+Mode, tendenze e prodotti per l'igiene degli anni '70 e '80+

Seguire o meno la moda quando eravamo piccoli, non era molto importante: quel che ci preme farvi notare, è che le mode c'erano, e alcuni le seguivano, specialmente all'epoca dei Paninari. La moda era importante, in un epoca di concorrenza e apparenza come gli anni '80! In questa pagina vi parleremo non solo di abiti e accessori, e delle supermodelle che li indossavano sulle riviste di tendenza, ma anche di cosmetica, acconciature, detersivi, medicinali, manie e tendenze!!! E ancora: modi di fare, di parlare, abitudini che si sono perse. Insomma, per farla breve, in questa pagina vi descriviamo in che modo ci si prendeva cura della propria persona, attraverso abiti, acconciature, cosmetica, medicinali, ma anche come si teneva pulita la casa e gli abiti, coi detersivi che smacchiavano l'impossibile, e quelli che ammazzavano i germi XD

INVICTA TORNA ALLA CARICA!
Nuovamente disponibili i mitici zainetti anni '80: Jolly e Minisac
 


Non so da quanto tempo siano nuovamente disponibili i Minisac e i Jolly, ma tutti sappiamo bene che sono stati in assoluto "gli zainetti" negli anni '80. Minisac per lei, Jolly per lui, con tutte le seguenti evoluzioni. Il minisac era usato anche un po' come borsetta, o come zainetto sportivo. Ho perso il conto delle volte che ho visto ragazze in motorino col Minisac in spalla. Per non parlare della quantità abnorme di Jolly che c'erano in tutte le scuole, specialmente medie e licei. Persino Rossella, dei Ragazzi della 3C, nella prima serie si porta dietro un Minisac ;) Mitico! Li produce ovviamente Invicta, in vari colori. Trovate tutto sul loro sito www.invicta.it

OROLOGI HIP-HOP: LA VENDETTA!
L'incredibile ritorno di un mito degli anni '80!

Non è nostra abitudine parlare così spudoratamente di un prodotto commerciale, ma quando ci vuole ci vuole!!! Sono tornati! Loro! Gli orologi profumati! Costano 29,00 euro! Volete cambiare il cinturino perchè si rompe, o semplicemente volete più colori? No problem, costano solo 8 euro. Ve li ricordate? Negli anni '80 li indossavano i Ragazzi della 3C, erano orologi profumati, di tanti colori: la cassa dell'orologio si toglieva dal cinturino di gomma morbida e si metteva in altri cinturini, così c'erano sempre colori nuovi e profumi nuovi! Sono molto contenta di questa notizia, è bello che ogni tanto salti fuori qualche mito dimenticato degli eighties ;)

I PANINARI
Gli unici veri sfigati degli anni '80, altro che gini e cinesi...


[la foto qui sopra è puramente illustrativa e non vuole offendere nessuna delle persone raffigurate]

Svariati anni fa, parlammo qui su Nijirain dei Paninari: una corrente giovanile molto presente, e che racchiudeva in sè mode, tendenze, gusti e fenomeni mediatici. Quel che ricordavo io, avendola vissuta da bambino, erano semplicemente certi simboli, come il piumino Moncler, la borsa Naj-Oleari, la cintura del Charro e le scarpe Timberland. Poi ero chiaramente affascinato e divertito dai film americani, dalla splendida musica dei Duran Duran e degli Spandau Ballet (che però per fortuna conoscevo entrambi da prima, e quindi apprezzavo come musica e non come fenomeno legato all'isteria giovanile dei Paninari), da Deejay Television, dal Burghy (che ancora rimpiango per la sua bontà) e da cose più "piccole", come le figurine del Paninaro, i Paperotti, le Minischifezze, i fumetti di Merd-man (cose da veri intenditori!). Quello che non sapevo, era che i Paninari non erano altro che persone superficiali, schiave delle mode, quasi sempre classisti se non direttamente razzisti o estremisti di destra. Se ci ripenso ora, non mi diverte più così tanto. Per comprendere a pieno, bisognerebbe leggersi bene i fumetti che venivano pubblicati sul giornalino del Paninaro e su Preppy (anche se Preppy essendo rivolto a un pubblico femminile era più soft). Questi fumetti parlavano della vita dei ragazzi, tra panozzi, moto, sfitinzie e shopping... ma parlavano anche di come trattare male i meridionali, i neri, le persone anziane, e chiunque non indossasse abiti "troppo giusti" o seguisse banalmente mode e correnti diverse, come i Punk e i Dark, o i Metallari. Il video che ho postato qui sotto vi fa capire a grandi linee quanto fosse stupida tutta questa apparenza. Certo, se ci pensiamo bene, non è cambiato granchè... i Paninari si sono solo trasformati in altre cose, resta però il fatto che questa moda fosse davvero idiota, e mi pento di averne scritto in passato come se fosse stata una cosa positiva. L'unica cosa che potrebbe un po' "salvarli" è che erano quasi tutti ragazzini, e quindi con poca consapevolezza di quel che vivevano e facevano. A proposito: io sono un ultrafan dei Duran Duran sin da quando sono bambino... mio padre mi faceva ascoltare l'album Rio nel 1982, prima dell'avvento dei Paninari, e io lo adoravo. Avevo solo sei anni. Oggi li ascolto ancora, e vi dirò che ai Duran Duran delle mode paninare non frega davvero un cazzo :P Questo giusto per tenerli lontano da questa moda che per fortuna è passata... ah, dimenticavo... i Paninari "idolatravano" Enzo Braschi per il suo personaggio del "Gran Gallo" al Drive In... ma secondo voi Enzo Braschi perchè interpretava quel personaggio se non per prenderli per il culo? XD

Se volete maggiori informazioni, vi consiglio questo sito, in cui trovate una recensione molto ben scritta, e svariati commenti postati da entrambe le parti: http://www.slipperypond.co.uk/archivi/post312

Altrimenti, c'è Wikipedia che riassume il tutto in modo ordinato e abbastanza preciso:

Con il termine paninaro si identifica una sottocultura giovanile nata a Milano, e da lì diffusasi prima nell'area metropolitana milanese poi in tutta Italia e in alcuni paesi europei. La caratterizzavano, tra l'altro, l'ossessione per la griffe nell'abbigliamento e in ogni aspetto della vita quotidiana, il rifiuto della politica e l'adesione a uno stile di vita fondato sul consumo, il divertimento ad ogni costo e la spensieratezza. Per i primi anni fu totalmente apolitica, vero punto di rottura con i super-politicizzati anni settanta.


[la foto qui sopra è puramente illustrativa e non vuole offendere nessuna delle persone raffigurate]

Il "movimento paninaro" nacque nei primi anni ottanta e fu piena espressione dell'ondata di riflusso e disimpegno che seguì il turbolento e politicizzato decennio precedente. Lo stile di vita dei paninari rifiutava di occuparsi degli aspetti angoscianti dell'esistenza e, più in generale, di ogni forma di impegno sociale: l'obiettivo primario dei paninari era godersi la vita senza troppe preoccupazioni e in tal senso si trovavano perfettamente a loro agio nell'adeguarsi ai modelli del cinema americano di consumo e ai consigli degli spot pubblicitari trasmessi dalle televisioni commerciali. Nati nel capoluogo lombardo, in un periodo storico di un assestamento della valuta italiana e di importanti segnali di ripresa economica cui seguivano un relativo benessere e maggior disponibilità di merci. Gli studenti di alcuni licei privati famosi di Milano (Oppenheimer, Gonzaga, Studium, Leone XIII, Salesiani, San Carlo) circa un centinaio di giovani dai quattordici ai diciotto anni, avevano in comune le località vacanziere in Liguria e in Toscana (Forte dei Marmi, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Camogli) nonché le mete invernali a Madonna di Campiglio, Courmayeur, Cervinia, Gressoney o Macugnaga. Questo incontro favorì un'uniformità identificativa nel vestiario, acquistando nei negozi del centro cittadino capi di abbigliamento di origine (o stile) statunitense e iniziò a ritrovarsi i pomeriggi nel centro di Milano nella zona di Piazza Liberty dove si trova il bar "Al Panino", dal quale scaturì l'appellativo di paninaro.

Piazza San Babila, luogo che storicamente radunava i giovani della borghesia di destra e dove sorse il primo ristorante della catena Burghy (acquisita negli anni novanta dalla McDonald's), diverrà solo un paio di anni dopo luogo di ritrovo dei seguaci dalle periferie e dalla provincia, spinti lì dai primi articoli di giornale che associavano i paninari agli oramai datati "sanbabilini" politicizzati; dunque un'espansione del fenomeno non più relegato alle classi più agiate della borghesia milanese, coinvolgendo decine di migliaia di giovani.
Naturale con l'espansione della moda la formazione di gruppi e comitive, ciascuna dotata di una propria "base" costituita da un bar e da un relativo territorio nel quartiere, gruppi comunque aperti le quali frequentazioni potevano raggiungere anche l'ordine del centinaio. Il sabato pomeriggio e la sera erano il luogo deputato al ritrovo in massa con successivo trasferimento in una delle discoteche che ben si prestavano a sfruttare questo fenomeno.
Alcuni di questi gruppi, quelli più importanti disponevano di "capi", ovvero leader di grande popolarità locale, solitamente come sovente accade, dotati di soprannome. I locali di frequentazione avevano periodo di vita effimero o meglio mutavano nome e ragione sociale in tempi brevi, in base alla tendenza ed il gusto dei frequentatori. Tra le tante si possono ricordare: Shocking Club (ancor oggi aperta, tra le poche), Le Cinema, Central Park, Merry Go-Round, Nephenta, Linea Club, 23° street. Oltre i bar e le discoteche alla moda un altro luogo d'aggregazione non poteva non essere la palestra, i centri estetici e solarium, data la moda imperante della cura del corpo. Si ricorda a Milano la Palestra Doria.

Tipologie giovanili antagoniste dei paninari erano indicate come cinesi, in forma abbreviata china pronunciato in Inglese. Si trattava di un antico appellativo per indicare i militanti o i simpatizzanti della Sinistra, memoria dello stereotipo della Cina comunista. In forma più estesa il nomignolo indicava anche altri gruppi non politicizzati dei decenni precedenti come i mod, punk e quelli contemporanei come skinhead, Metallari, Dark e Rockabilly.
Numerosi scontri ed aggressioni, comprese rapine di capi ed accessori si ebbero nella metà degli anni ottanta, soprattutto all'uscita dai licei e fuori dalle discoteche. Dato tuttavia il carattere disimpegnato della compagine giovanile anni ottanta, la caratterizzazione destrorsa dei paninari era puramente di facciata. Gli episodi di cronaca scaturivano dalla pura rivalità tra gruppi che non da una vera contrapposizione ideologica. Nota infatti la spartizione territoriale attorno alla chiesa di Santa Croce, con l'omonima piazza luogo di ritrovo per paninari, e la retrostante Piazza Vetra relegata agli antagonisti.

Il cabarettista Enzo Braschi imita
il comportamento e lo slang del Paninaro

In breve tempo diviene fenomeno di costume acquistando una discreta notorietà a livello nazionale, soprattutto per merito della pubblicazione di alcuni fumetti dedicati ai paninari e del personaggio interpretato da Enzo Braschi, in Drive In. Nel 1986 i Pet Shop Boys, a seguito di una visita nel centro di Milano, incisero il singolo Paninaro, che permise alla moda di valicare i confini nazionali. I protagonisti del videoclip, girato a Milano, erano alcuni ragazzi perfettamente vestiti secondo i dettami. Nel vestiario e gli accessori erano d'obbligo la griffe e la sua autenticità, quale indice di ricchezza familiare reale o presunta. Proibite rigorosamente le imitazioni e le merci contraffatte pena il disconoscimento sociale con appellativo di gino o truzzo, quindi miserabile. Alla moda seguì la fioritura di riviste dedicate, tra esse "Il Paninaro", con una tiratura che raggiunse 100.000 copie cessando le pubblicazioni col numero 48 a dicembre del 1989. Seguono Wild Boys - tormentone ed inno del movimento dall'omonimo successo musicale dei Duran Duran- Zippo Panino, Il Cucador, Preppy e la testata femminile Sfitty - dal gergale sfitinzia, ragazza -. La moda paninara si esaurì a Milano tra il 1987 e il 1988 e presto nel resto dell'Italia, sostituita da altre sottoculture che riflettevano la fine di un decennio consumato all'insegna dell'edonismo e della superficialità. In generale può dirsi come la moda dei paninari sia stata legata ai giovanissimi delle scuole medie inferiori e scuole superiori. Perlomeno, a Milano i paninari erano quasi totalmente assenti nelle università. L'intestazione sulla testata principale, Paninaro, inizialmente I veri galli, accomiata il periodo d'uscita di scena con Pochi, duri, giusti. Come per qualsiasi moda passata, specialmente a Milano si tengono serate di revival presso discoteche, dove i frequentatori sono dei reduci oramai adulti, esortati a presentarsi con indumenti della moda dell'epoca. Queste feste hanno un costante ed enorme successo in tutta la città e stanno iniziando ad avere una diffusione anche nel resto della Lombardia.

"Paninari" delle altre parti d'Italia

Lo stile si diffuse al di fuori della Lombardia (e delle zone direttamente confinanti), mescolandosi a tendenze comunque già in atto in altre città. A Bologna: per esempio, già da tempo si chiamavano zanarini i gruppi di ragazzi - omologhi dei paninari milanesi - che si ritrovavano regolarmente in centro al bar Zanarini, poco distante dal palazzo dell'Archiginnasio mentre a Verona erano curiosamente definiti "bondolari" (dal termine "bóndola", termine che in dialetto veronese indica la mortadella, cibo povero da mettere nel panino per recuperare i soldi spesi nel costoso abbigliamento firmato). A Roma vi erano i tozzi. Questi ultimi, dallo stile austero, abbigliati con piumino e zucchetto "watchcap" Ciesse, pantaloni jeans "Levi's 501", camicia dello stesso tessuto (tutti rigorosamente blu scuro), cintura da mandriano dalla vistosa fibbia "El Charro", scarponcini da boscaiolo "Timberland" e caratteristico incedere con le punte allargate, sembravano l'antitesi della ricercatezza degli amici milanesi. Come l'aggettivo inglese tough, il termine "tozzo" dava l'idea di prestante, gagliardo ma anche di rozzo, prepotente. L'abbigliamento di molti "tozzi" ricordava l'uniforme dei detenuti nelle prigioni americane, portato alla notorietà dalle interpretazioni "carcerarie" di attori come Clint Eastwood e Burt Reynolds. Il fenomeno fu "importato" anche a Napoli dove, sul finire degli anni '80, era piuttosto frequente sentir parlare dei "chiattilli". L'origine del termine fa riferimento alle piattole. Appartenenti in gran parte alla cosiddetta "Napoli bene" (abbreviazione di Napoli benestante), si riunivano nei pressi dei più importanti licei del centro, in particolare l'Umberto I (frequentato molti anni prima da Giorgio Napolitano), il Pontano e il Mercalli, tutti nel quartiere Chiaia. I chiattilli imitavano i paninari soprattutto per atteggiamenti e abbigliamento: immancabile l'occhiale Rayban e la cintura firmata El Charro. Tra i luoghi di ritrovo più noti c'erano piazza Amedeo e piazza San Pasquale, nei pressi del My Way, la prima cornetteria notturna della città (ha aperto nel 1989). Erano anche gli anni d'oro della discoteca La Mela e di altri rinomati locali della zona. I chiattilli erano poi soliti "emigrare" in massa nelle stesse mete estive: tra le preferite c'erano le isole di Panarea, Capri, Ponza e più avanti la greca Paxos. Il fenomeno si è poi ridimensionato negli anni '90 e più avanti l'intera zona è diventata "terra di conquista" per malintenzionati; nelle zone dove imperavano i chiattili non sono pochi gli episodi di cronaca nera spesso riguardanti giovanissimi di quartieri disagiati che giungono a bordo di motorini per compiere vere e proprie scorribande. I fratelli minori dei chiattilli già da tempo si erano "rinchiusi" nei locali alla moda della zona flegrea, su tutti l'Arenile di Bagnoli.

Il gergo del paninaro

Il gergo dei paninari è modellato sul linguaggio giovanile dei giovani milanesi, spesso antitetico agli omologhi più coloriti e triviali delle altre regioni, in un rifiuto dell'iperbole e in un ricorso al prosaico. Per fare un esempio, "Sono fuori come un citofono" per intendere immediatamente uno stato di stordimento da stress, in loco di una qualsiasi trasposizione poetica. Sono frequenti le abbreviazioni (es. Le Timba, Faccio il week a Curma, La squinzia ha imposto il cappuccio), talora combinati agli accrescitivi (es. Panozzo), così come i continui ricorsi, spesso maccheronici, all'inglese (es. Una sfitinzia arrapation, Very original, Il mio boy, Arrivano i Ciàina, deformazione dell'inglese chinese, cinese ovvero militante di Sinistra o più esteso, appartenente ai gruppi antagonisti) o ad altre lingue (I sapiens, Mi gusti mucho). Bisogna però aggiungere che il cosiddetto "linguaggio dei paninari" non milanesi è stato spesso profondamente influenzato dalle invenzioni degli autori delle riviste paninare e dal personaggio di Enzo Braschi, che veniva ritenuto (a torto) un "ideologo" del movimento. Nella realtà ben pochi utilizzavano quello slang, divenuto, negli anni, uno dei tanti stereotipi sulle culture giovanili.

Oggetti paninari

 

Il paninaro coltivava una maniacale attenzione per il proprio stile, rigorosamente di marca. L'abbigliamento del paninaro prevedeva giacconi imbottiti (es. Moncler, Henry LLoyd), stivali da mandriano (es. Frey o Durango), jeans (es. Levi's , Enrico Coveri, Uniform, Rifle in velluto millecoste, Avirex, Americanino, Stone Island o Armani), tra le felpe (byAmerican, Best Company), maglioni (es. Marina Yachting), cinture di pelle (es. El Charro), camicie a quadri (es. Naj Oleari), calzini decorati a rombi della Burlington per i ragazzi, e colorati della Naj Oleari per le ragazze e scarponcini (es. Timberland), Celini oppure scarpe sportive Superga colorate, Vans (rigorosamente senza stringhe) e più tardi New Balance e Nike. Alcune marche di moto erano solitamente collegate al mondo dei paninari: ad esempio i motocicli Zündapp 125 (con scritta "175" sulla fiancata per andare in autostrada) o i primi enduro della Honda e della Yamaha come il Parigi-Dakar, nonché le Cagiva SST E SXT. Il modo di vestire "paninaro" variava da città a città; così mentre a Milano si usavano le felpe Best Company, a Roma andava per la maggiore il jeans marchiato "Americanino" oppure al posto delle Timberland si usavano mocassini Sebago o Frey. Altri capi di abbigliamento erano il berrettino delle armate americane sudiste e i guanti in pelle scamosciata Ocean Star che riprendevano quelli usati dai netturbini di Pavia, e ancora occhiali rigorosamente Rayban e Vuarnet di svariati modelli, dai Wayfarer di Tom Cruise in Rain Man ai Caravan di Top Gun. E ancora, camicie Controvento e tutto l'abbigliamento di C.P Company e Stone Island. Anche i negozi erano un culto: a Roma la meta era Energie di via del Corso, mentre a Milano si andava al "Pharmacia" di via Durini, e a Cuneo da Don Chisciotte.
La moda dei paninari nasce in ogni caso partendo dal fondo. Il primo indumento comune ai primi paninari furono gli scarponcini di lavoro in pelle scamosciata della Timberland, seguiti poi dal giubbotto da aviatore "bomber" della Avirex, poi dal giubbotto di jeans foderato di finto pelo all'interno della Levi's, dal Moncler, da altri tre tipi di giubbotti da aviatore (Schott, bomber canadese e RAF), dalla giacca da vela Henri Lloyd. Per circa tre anni impazzarono anche le toppe sui jeans di Naj Oleari e Fiorucci, così come le sue borse e parecchi accessori per le ragazze. Il negozio di El Charro in via Monte Napoleone divenne una sorta di paradiso degli acquisti, importando dozzine di indumenti in stile texano, prodotti principalmente dalla Lyntone Belts Inc. (Edmond - Oklahoma). Altri negozi di riferimento erano Di Segni e Conforti.
Il vero feticcio dei paninari era il cibo consumato presso alcune catene di ristoranti a ristorazione rapida, che proprio in quegli anni iniziano a diffondersi in tutta Italia. A Roma, ad esempio, la nascita del primo ristorante McDonald's (nel 1986, a Piazza di Spagna) fu un evento memorabile per i paninari della capitale italiana. A Milano, al contrario, la maggior parte delle varie compagnie di paninari si ritrovavano in normali bar sparsi in tutta la città, e le decine di ristoranti a ristorazione rapida di Burghy (ad eccezione di quello di piazza San Babila e di Corso Re Vittorio Emanuele II), Wendy's e Burger King (le due cosiddette "seconde scelte") venivano poco frequentati dagli appartenenti a questa sottocultura giovanile.

Musica paninara

Quella dei paninari è stata la prima sottocultura italiana a poter eleggere i propri idoli musicali attraverso la televisione. La rete televisiva Videomusic e il programma di Italia Uno Deejay Television diffondevano i videoclip di alcuni gruppi e solisti pop, in gran parte britannici, su cui conversero i gusti dei paninari italiani: sorse, ad esempio, un'agguerrita competizione tra gli ammiratori dei Duran Duran e degli Spandau Ballet. Parliamo comunque di una fase dove i suddetti autori abbandonavano la New wave, cara agli altri gruppi antagonisti. Tra gli altri musicisti preferiti dai paninari c'erano gli Wham!, i Simple Minds, i Frankie Goes to Hollywood, Boy George e naturalmente i Pet Shop Boys, che pubblicarono addirittura un brano, chiamato Paninaro. Il paninaro, solitamente, non amava la musica italiana, sebbene brani in inglese di Tracy Spencer, Taffy, Gazebo ed Albert One fossero scritti da Claudio Cecchetto.

Cinema paninaro

I gusti cinematografici dei paninari si orientavano sulle pellicole campioni d'incasso statunitensi: erano molto apprezzate, ad esempio, le saghe di Rocky, Rambo ed il romantico d'azione Top Gun. Nel 1986 venne girata una pellicola tratta da un libro dell'adolescente milanese Clizia Gurrado dal titolo Sposerò Simon Le Bon, che descriveva gli sforzi della protagonista (che vive nel periodo di massima esplosione del movimento paninaro) per incontrare il suo idolo Simon Le Bon. Un altro film italiano ispirato al fenomeno - e figlio del programma televisivo Drive In - è Italian Fast Food, il quale vedeva come punto di snodo delle sue vicende un fast food nel centro di Milano[4], frequentato da varia umanità (tra cui il già citato paninaro di Enzo Braschi).

 

     

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I PUFFI SONO TRA NOI!
Persino sulle pantofole e sulle lenzuola! :P

Era da qualche mese che volevo avvisarvi di questa cosa, ma me ne dimenticavo sempre! La De Fonseca (ricordate? "Usale quando vuoi-dove-vuoi!") ha creato delle nuove puffosissime Moppine, che esistevano già negli anni '80, e che ora chissà come, sono tornate. Come vedete parliamo in questo caso delle Moppine dei Puffi, che sono nuovamente alla ribalta e grazie al cielo direi... i Puffi hanno nuovamente invaso il mondo con nuovi giocattoli, merchandising di ogni tipo, peluches, ristampe dei favolosi fumetti di Peyo e altro ancora. E come saprete l'uscita del film è imminente (anche se come ho già detto, quello mi ispira poco...).
Le Moppine che io sappia sono già fuori collezione, però io all'Auchan le ho viste, quindi date un'occhiata... altrimenti sui vari siti di vendita online le trovate, o su Ebay.



Comunque, sta di fatto che saltano fuori cose nuove dei Puffi ogni giorno... per esempio, guardate cosa ha combinato la Zucchi-Bassetti! Anche di queste volevo parlarvene da un bel po'... ed eccoci qua! Se avete sempre sognato di avere le lenzuola dei Puffi, ora potete XD O se avete dei figli, e volete farli crescere bene come siamo cresciuti bene noi... è il caso di fargli un bel corredo a tema Puffi!!! :)))

[Collezione Puffi Zucchi-Bassetti]


SHAMPOO CAMPUS
ALLA MELA VERDE

Il più indimenticabile degli anni '80!

Mi scende una lacrimuccia quando ripenso a questo shampoo. La bottiglina che ricordo io è esattamente questa, e il prufumo rimane indimenticabile. Sicuramente, considerando l'epoca in cui Campus veniva venduto, direi che si trattava di uno shampoo bello pieno di tensioattivi, e la fragranza sarà stata sinteticissima. Eppure, che nostalgia!!!

Assieme al Johnson's Baby, Campus era un must al momento di lavare i capelli, quand'ero bambina. La figlia (all'epoca ventiquattr'enne) dei miei vicini di casa era per me un punto di riferimento per tutto quello che a mio parere doveva significare essere donna, e usava sempre questo shampoo. Impossibile ignorare il profumo che aleggiava dietro di lei, e così anch'io che ero piccolissima volevo profumare di mela verde.

L'ho utilizzato per anni, e all'improvviso non l'ho più trovato al supermercato. Quando ho smesso di adoperarlo mi è parso che fosse finita un'epoca. Rivedere la sua pubblicità mi è sembrato come riaprire uno scatolone rimasto sotterrato per anni, con qualche diapositiva di qualche decennio fa. Ma quanto successo ha avuto Campus alla mela verde? Io non posso fare a meno di pensare a lui quando addento una Granny Smith, e non è normale... Qualcuno mi suggerisca un altro shampoo alla mela verde, presto!
 

.: Che si dice sul Nijiforum? :.


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Vi ricordate vero che quando eravamo bambini c'era Topolino, c'era il Corriere dei Piccoli, il giornalino di Barbie e quello dei Masters... ma scommetto che non vi ricordate che c'erano già Grazia, Panorama, Guidacucina, Starbene, Confidenze e Casaviva :P Giornali che esistono ancora e sono sopravvisuti al passare degli anni! Mentre altre, come il giovanissimo Dolly e Donnapiù sono scomparsi... rimanendo ricordi degli anni'80, specialmente per le nostre mamme, o quelle che sono mamme oggi ^^ Le testate sono tutte Mondadori, perchè è un servizio abbonamenti trovato su Topolino ^^


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Un ringraziamento speciale ai nostri amici e affiliati di Spot80, per il loro grandioso lavoro che prosegue nel corso degli anni, e per la possibilità che ci danno di pubblicare alcuni dei loro fantastici video degli spot anni '80 :)
 

 
 
 

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