::: il VIDEOREGISTRATORE

 
 
 

 
 

il Videoregistratore (sistemi VHS, Betamax e Betacam)

Introduzione Ciao! Sono felice quest'oggi perchè posso parlarvi dei miei ricordi riguardo i videoregistratori e il loro mondo ^^ Il mio primissimo ricordo risale circa all'84, quando a casa di un amico di famiglia (pieno di grana), vidi per la prima volta il videoregistratore. Era un Betamax, e questo tizio ce lo mostroò con grande orgoglio... aveva qualche cassetta, forse di film e cartoni, vi parlo di 6-7 cassette al massimo... ma a me sembrava già una cosa incredibile! Caspita... poter registrare e riguardare un programma infinite volte! Sembra niente, ma all'epoca era un qualcosa di incredibile. Anni dopo, quando andavo in quarta elementare (e quindi tra l'85 e l'86), un mio compagno (anche lui ricco), mi invitò a casa sua per guardare un film... diceva di avere una copia di "Ritorno al Futuro" un film che mi descriveva come eccezionale, che io mi ero perso al cinema, e di cui non sapevo niente... in videoteca (appena aperta dove abitavo) non c'era ancora, lui però ce l'aveva perchè sua mamma lavorava a Canale5 e quindi era riuscita a portarselo a casa... dato che avrebbero dovuto trasmetterlo in tv... (sembra pazzesco vero?). Comunque, andai dal mio amico e con mia somma goduria mi guardai il film, che trovai splendido, ovviamente ^^ Tornai da lui altre volte e ci riguardammo sempre Ritorno al Futuro, dato che non aveva altri film. Circa due anni dopo, mia madre acquistò il nostro primo videoregistratore vhs. Quindi, convinsi mio padre a darmi i soldi per iscrivermi alla videoteca del posto in cui abitavo, e con la mia paghetta affittai il mio primissimo film! I Goonies! Era una vita che volevo vederlo... da quando lessi la recensione su Topolino! Ma non c'era modo, perchè io il videoregistratore sino ad allora non lo avevo mai posseduto... arrivai quindi a casa, e mi guardai finalmente i Goonies... mi piacque così tanto che per poterlo "rivivere" ancora, registrai l'audio su una audiocassetta, dato che non potevo tenermi la vhs affittata, almeno avrei potuto risentirlo! Non ci crederete, ma passai l'estate a sentire e risentire quella audiocassetta con l'audio del film, al punto che ancora oggi ricordo l'intero film a memoria, battuta per battuta :P Quello fu solo il primo di migliaia di film che poi vidi in vhs... oggi ci sono i Dvd, e un po' di nostalgia mi è rimasta... e quindi sono felice di aver potuto scrivere qui i miei ricordi :)

Cenni storici La videoregistrazione nasce come registrazione di segnali analogici su nastro, principalmente con lo scopo di poter preregistrare spettacoli televisivi e anche di poterli inviare in differita, esigenza sentita in particolare dalle emittenti americane che mandavano più volte lo stesso notiziario per servire i diversi fusi orari degli Stati Uniti. Il primo sistema speriemntale di videoregistrazione deriva da esperimenti effettuati da Peter Axon della BBC a partire dal 1949, utilizzando un sistema simile a quello dei registratori sonori a nastro magnetico, caratterizzato cioè dalla presenza di testine magnetiche fisse di incisione e lettura di un nastro magnetico che scorreva a velocità costante. Questa tecnologia, denominata VERA (acronimo di Vision Electronic Recording Apparatus), presentava il grosso svantaggio che il nastro magnetico doveva girare ad una velocità elevatissima, circa 5 m/s (cioè 18 Km/h), in quanto il segnale video essendo costituito da grandi quantità di informazione elettronica, di molto superiori a quelle dell'audio, occupava una notevole porzione di nastro magnetico. Ciò determinava gravi problemi di usura del nastro, che era soggetto a frequenti rotture. Nel 1956 l'azienda americana Ampex superò brillantemente questo problema introducendo le testine magnetiche rotanti che incidevano sul nastro magnetico non più una traccia lineare ma verticale, segmentando l'informazione di un semiquadro televisivo su più tracce contigue. Ciò consentiva di ridurre drasticamente la velocità di scorrimento del nastro intorno ai 40 cm/s. Nacque così il primo videoregistratore commerciale. Lo standard fu denominato Quadruplex, per la presenza di 4 testine magnetiche montate su un tamburo rotante. Il videoregistartore Quadruplex della Ampex era un apparecchio ingombrante, pesante e costosissimo. Le sue dimensioni erano simili a quelle di una cucina (adoperava infatti ancora le valvole elettroniche), e non era quindi assolutamente adatto al mercato domestico, ma solo a quello strettamente professionale delle grandi emittenti televisive dei vari Paesi (anche la RAI ne acquistò un esemplare nei primi anni '60). L'introduzione di questo apparecchio rappresentò tuttavia una pietra miliare nella storia della televisione poiché consentiva agevolmente la trasmissione di programmi registrati in precedenza, cosa che fino ad allora era possibile soltanto con apparati di Telecinema, costituiti da una telecamera che riprendeva in maniera sincrona le immagini di un proiettore cinematografico. Era anche possibile effettuare un montaggio rudimentale, giuntando fisicamente i nastri, anche se questo comportava diversi problemi tecnici.

Inizialmente le trasmissioni videoregistrate si distinguevano da quelle in diretta per una qualità video inferiore (le cosiddette trasmissioni in "Ampex"), ma poi la tecnologia migliorò rapidamente e già nei primi anni '60 la differenza divenne gradualmente impercettibile. Oltre alla tecnica verticale, fu sperimentato l'utilizzo di tracce circolari, incise da una serie di testine montate sulla superficie di un disco invece che sul bordo di un cilindro, e infine fu trovata una soluzione ottimale, usata da allora in più in tutti i formati di videoregistrazione, che consiste nella scansione elicoidale, dove il nastro viene avvolto attorno a un tamburo rotante su cui sono montate le testine video. Queste esplorano il nastro con lunghe tracce diagonali, in grado, con il progredire della tecnica, di memorizzare l'informazione di un intero semiquadro, senza quindi segmentare la registrazione. Questa tecnologia arriva al suo culmine con l'introduzione dello standard C nel 1978, che usa una sola testina rotante. Con la scansione elicoidale non è più possibile il montaggio effettuato giuntando i nastri, ma ormai il montaggio elettronico è di larga applicazione. Sempre negli anni '60 le valvole elettroniche furono gradualmente sostituite dai transistor, analogamente a quanto avveniva per altri apparecchi elettronici, e le ingombranti bobine, che contenevano il nastro magnetico, furono soppiantate da cassette di 3/4 di pollice (sistema U-matic della Sony); ciò consentì una certa riduzione delle dimensioni e dei costi. Applicando la tecnologia dei disk pack di derivazione informatica, vengono prodotte anche complesse apparecchiature in grado di registrare il video per pochi secondi su una serie di dischi magnetici. Queste macchine vengono usate per effettuare i primi replay in tempo reale, molti anni prima dell'avvento dell'AST, dei videoregistratori digitali e dei video server. Sarà necessario attendere il 1972, perché la Philips producesse il primo videoregistratore per uso domestico, l' N1500; esso però non riscosse particolare successo, soprattutto per la scarsa capienza delle videocassette, che potevano registrare circa mezz'ora di trasmissioni. Nel 1975 ci riprovò la Sony, che inventò il sistema Betamax, inizialmente solo nello standard televisivo NTSC in uso in Giappone e negli USA, e successivamente anche in quello PAL, adottato nell'Europa Occidentale (1978).

Il sistema Betamax Betamax, sviluppato dalla Sony, è stato il primo sistema di videoregistrazione magnetica destinato al mercato domestico. È arrivato alcuni anni prima del VHS, che da molti è considerato "tecnicamente inferiore" rispetto al prodotto Sony, ma che grazie ad una serie di fattori, tra cui la scelta del mondo del porno di sfruttare VHS, è stato l'unico a diffondersi veramente. È opinione comune che siano stati gli errori di marketing della Sony a decretare il fallimento di questa promettente tecnologia, poiché questa non concesse i diritti di sfruttamento anche ad altre aziende come invece aveva fatto JVC con il VHS. Ma accontentarsi di tale motivazione sarebbe quanto meno superficiale.

I primi apparecchi Già dalla fine degli anni '60 esistevano i grossi registratori a bobina, prodotti soprattutto dalla Ampex per l'industria televisiva. Successivamente arrivò l'U-matic, prodotto dalla Sony, il primo sistema che sostituiva le ingombranti e scomode bobine con le prime cassette compatte contenti un nastro da 3/4 di pollice, quindi ancora inadatto ad un uso domestico. Nel 1972 la Philips introdusse in Gran Bretagna l'N1500, in un certo senso l'antenato dei sistemi di videoregistrazione domestica che però soffriva proprio il fatto di essere un pioniere con diverse problematiche legate soprattutto alla scarsa durata delle proprie cassette; ne servivano da 2 a 3 per registrare un unico film.


I problemi sorti per soddisfare le nuove esigenze Finché la videoregistrazione serviva solo agli operatori del settore, la priorità era stata la velocità di riavvolgimento; quindi nastri brevi che potessero essere riavvolti e trasmessi nel più breve tempo possibile. Basti pensare alle esigenze dei telegiornali, che per poter trasmettere un servizio, che in genere dura pochi minuti, devono poterne individuare velocemente l'inizio. La videoregistrazione domestica invece avrebbe richiesto che i nastri durassero almeno un'ora e mezza o due ore, per poter registrare tranquillamente un film. Questo è stato uno degli ostacoli più difficili da superare. Fino a quel momento, solo i nastri magnetici per l'audio erano sufficientemente lunghi per poter registrare per un'ora e mezza. Per quanto il principio sia lo stesso, il segnale video è molto più "ingombrante" del solo audio data la maggior quantità di informazioni da decodificare nell'unità di tempo, e quindi per poter ottenere la stessa durata le uniche alternative erano quelle di "allargare" il nastro, realizzando cassette molto ingombranti, o renderlo molto lungo, facendolo scorrere più velocemente sotto la testina. Quest'ultima soluzione però comporta diversi "effetti collaterali" tra cui il maggior rischio di rotture.
Dopo circa una decina d'anni di studi la Sony ebbe l'idea rivoluzionaria: inclinare la testina rispetto all'asse di scorrimento e scrivere le informazioni in obliquo sul nastro, in modo da poter avere a disposizione una "striscia" più lunga. In questo modo pur senza aumentare la velocità possono essere letti/scritti più dati nell'unità di tempo.
L'1 giugno 1975 la Sony lanciò sul mercato giapponese i primi due modelli di Betamax, il lettore SL-6300 e la console LV-1801. Negli USA invece, per evitare le possibile "ire" delle case cinematografiche, venne presentato il modello SL-7200 senza ingressi video. Dopo un anno però e 30000 prodotti venduti, arrivò il VHS del JVC, apparentemente simile, ma in realtà molto diverso dal Betamax. Era inferiore in tutto, nella compattezza delle cassette, nella qualità, tranne che per la durata della registrazione che risultava superiore arrivando fino a 4 ore. A differenza di Sony, JVC cercò altri alleati, sia tra i produttori, sia tra le case cinematografiche e questo contribuì a mantenere i prezzi dei prodotti VHS più bassi rispetto al concorrente. Dato che ai quei tempi i negozi di videonoleggio noleggiavano anche i lettori, questi si orientarono verso lo standard di JVC che consentiva di acquistare interi stock di prodotti ad un prezzo ridotto, aumentandone i margini di profitto, e questo ha innescato una spirale: i negozianti acquistavano i lettori VHS, di conseguenza richiedevano film in VHS e le case cinematografiche "sfornavano" film in VHS. Chi doveva comprarsi un videoregistratore era quindi spinto all'acquisto della seconda tecnologia che, seppur inferiore, garantiva una maggiore compatibilità con i prodotti in commercio. A complicare ulteriormente le cose arrivò anche una causa intentata dalla Disney e dagli Universal Studios contro Sony, che avrebbe "istigato" con i propri prodotti, i consumatori alla pirateria. Il caso ha voluto che il 1976, anno in cui iniziò il processo, il VHS non fosse ancora sul mercato, tenendolo quindi fuori dalla disputa. Nel 1984 la Sony vinse l'ultimo grado di giudizio, ma ormai i danni d'immagine subiti erano quasi irreparabili; già alla fine del 1978 la quota di mercato della Sony era scesa al 19% mentre quella del concorrente era al 36%. Nel 1980 la Philips provò ad entrare nel settore con il suo Video2000, ma seppure tecnicamente all'avanguardia, venne abbandonato nel 1986 dopo non essere riuscito a conquistare nessuna fetta signicativa del mercato.
Nel 1977 arrivò il primo videoregistratore a due velocità dotato inoltre di un sintonizzatore in grado di registrare da un canale mentre il televisore era sintonizzato su un altro.
Nel 1978 arrivò anche la ricerca dell'immagine. Il modello SL-5400 visualizzava l'immagine mentre il nastro scorreva ad alta velocità.

L'inizio dell'abbandono Nel 1985, sebbene in numero assoluto le vendite non fossero poi così deludenti, il fatto di dividere il mercato con il VHS in proporzioni del 30% - 70%, fece decidere a Sony di cominciare a dirigere i propri investimenti verso un nuovo campo, quello dei supporti per videocamere amatoriali, con il proprio formato Video8. Il formato Video8 era molto più compatto del VHS, e quindi poteva ancora sperare, a ragione, di ottenere un discreto successo. L'introduzione del VHS-C, però, una VHS compatta studiata appositamete per le videocamere, ridimensionò questo successo. Nel 1988 la Sony decise una svolta storica: produrre anche prodotti VHS.
Nell'autunno del 2002 la Sony rese noto che avrebbe prodotto ancora 2000 videoregistratori Betamax entro la fine dell'anno, dopodiché avrebbe abbandonato definitivamente il progetto.
Chi ha avuto un prodotto Betamax, difficilmente se ne lamenta, anzi. Su internet esistono diversi forum di appassionati sostenitori e veri e propri fanatici. La qualità dimostrata da questo prodotto e l'evidente supremazia tecnica nei confronti del rivale mantiene ancora oggi una fitta schiera di nostalgici.

Il sistema VHS Nel 1976 la Matsushita (JVC) introdusse a sua volta un nuovo sistema di videoregistrazione, il VHS (Video Home System), tecnicamente inferiore al Betamax, ma che tuttavia si diffuse rapidamente grazie alla politica commerciale perseguita dalla Matsushita, che concesse liberamente la licenza del sistema a qualunque produttore lo desiderasse, creando così in breve tempo le condizioni per una ampia disponibilità di modelli ed il conseguente abbattimento dei costi. A consolidarne la posizione, in questo formato vennero rapidamente rese disponibili molte opere cinematografiche, inizialmente soprattutto di genere pornografico. VHS ha rappresentato nell'industria un caso tipico di istituzione di standard de facto. Nel 1979 anche la Philips entrò in questa competizione con il sistema Video2000, la cui particolarità consisteva nella possiblità di registrare le videocassette su entrambi i lati (analogamente alle cassette audio), ma anche esso fu rapidamente soppiantato dal VHS. Questi nuovi videoregistratori si diffusero abbastanza rapidamente almeno nelle famiglie più agiate, a causa del costo ancora relativamente elevato, mentre la diffusione di massa avvenne gradualmente negli anni '80.

I primi apparecchi VHS è l'acronimo inglese di Video Home System (o anche Video Home Service) ed è uno standard per la registrazione e la riproduzione mediante videoregistratore (VRC) sviluppato dalla JVC (con l'utilizzo di alcune tecnologie concesse in licenza dalla Sony) e lanciato sul mercato nell'autunno del 1976. VHS in origine era l'abbreviazione di Vertical Helical Scan (scansione verticale elicoidale) in base alla tecnica utilizzata. Alcune fonti riportano che il nome in origine significava Victor Helical Scan. Già dalla fine degli anni '60 esistevano i grossi registratori a bobina, prodotti soprattutto dalla Ampex per l'industria televisiva. Successivamente arrivò l'U-matic, prodotto dalla Sony, il primo sistema che sostituiva le ingombranti e scomode bobine con le prime cassette compatte contenti un nastro da 3/4 di pollice, quindi ancora inadatto ad un uso domestico. Nel 1972 la Philips introdusse in Gran Bretagna l'N1500, in un certo senso l'antenato dei sistemi di videoregistrazione domestica che però soffriva proprio il fatto di essere un pioniere con diverse problematiche legate soprattutto alla scarsa durata delle proprie cassette; ne servivano da 2 a 3 per registrare un unico film.

I problemi sorti per soddisfare le nuove esigenze Finché la videoregistrazione serviva solo agli operatori del settore, la priorità era stata la velocità di riavvolgimento; quindi nastri brevi che potessero essere riavvolti e trasmessi nel più breve tempo possibile. Basti pensare ai telegiornali che devono poter individuare velocemente l'inizio di un servizio da trasmettere che in genere dura pochissimi minuti. La videoregistrazione domestica invece avrebbe richiesto che i nastri durassero almeno 1 ora e mezza o 2 ore per poter registrare tranquillamente un film. Questo è stato uno degli ostacoli più difficili da superare. Fino a quel momento, gli unici nastri magnetici sufficientemente lunghi per poter registrare 1 ora e mezza, erano solo quelli audio usati nelle musicassette. Per quanto il principio sia lo stesso, il segnale video è molto più "pesante" del solo audio e le alte frequenze del segnale video, per poter esser registrate, obbligavano ad avere un elevata velocità del nastro davanti alle testine e quindi per poter ottenere la stessa durata le uniche alternative erano quelle di "allargare" il nastro, realizzando cassette molto ingombranti; oppure renderlo molto lungo, facendolo scorrere più velocemente sotto la testina. Quest'ultima soluzione però comporta diversi "effetti collaterali" tra cui il maggior rischio di rotture. La soluzione a tutto questo la trovò la Sony che l'1 giugno 1975 mise in commercio il proprio standard con il nome di Betamax.

Caratteristiche tecniche Il VHS utilizza un nastro da 1/2 pollice, registrato con la tecnica della scansione elicoidale-azimutale, con sfasamento della sottoportante colore convertita.
Nel sistema originale, l'audio monofonico veniva registrato da una testina fissa su una traccia longitudinale, ma, data la ridotta velocità del nastro, era di qualità scadente. Successivamente il sistema venne migliorato con l'aggiunta di altre due testine ma l'audio monofonico sulla traccia longitudinale veniva comunque scritto e letto da tutti i videoregistratori per mantenere la compatibilità. Il VHS in origine permetteva un maggior tempo di registrazione rispetto al Betamax ed offriva il vantaggio di un meccanismo di trascinamento del nastro più semplice. I primi sistemi VHS potevano effettuare l'avanzamento veloce ed il riavvolgimento in maniera molto più rapida rispetto ai videoregistratori Betamax, poiché sfilavano il nastro dalle testine di riproduzione prima di cominciare il riavvolgimento veloce (la maggior parte dei videoregistratori moderni non effettuano più questa operazione in quanto il contatto fra testina e nastro non è più un impedimento per il riavvolgimento veloce). Il sistema venne perfezionato negli anni, soprattutto riprendendo idee sviluppate da Sony per il Betamax. In sostanza la Sony sviluppava una tecnologia e poco dopo anche il VHS ne offriva una simile. Tra le tante le principali sono state: Venne aggiunto un sintonizzatore in grado di registrare da un canale mentre il televisore era sintonizzato su un altro. Arrivò anche la ricerca dell'immagine. Veniva mostrata l'immagine mentre il nastro scorreva ad alta velocità. Vennero presentati i primi videoregistratori denominati Hi-Fi che utilizzano una coppia in più di testine rotanti, montate sul tamburo di scansione, per registrare un'audio stereofonico di migliore qualità insieme alle tracce video, sfruttando l'altissima velocità relativa nastro/testine.

Ormai questa tecnologia, nell'ambito della vendita di film per utenza domestica, è stata ampiamente superata e rimpiazzata dal DVD. Resiste, seppure fortemente insidiata, solo in ambito di videoregistrazione domestica, data la sua maggiore immediatezza per l'utente medio oltre al costo nettamente inferiore dei videoregistratori VHS rispetto ai DVD Recorder da salotto.

Il sistema Betacam Il formato Betacam originale fu introdotto nel 1982. È un formato analogico con video a componenti, che registra il segnale luminanza (Y) su una traccia e la crominanza (R-Y, B-Y) su un'altra, usando due coppie di testine video e comprimendo i segnali di crominanza tramite il Chroma Time Division Multiplex, o CTDM. Questa separazione dei canali permette una grande nitidezza e raggiunge la qualità broadcast con 300 linee di risoluzione orizzontale. Una grande innovazione, per l'epoca, è costituita proprio dal fatto che si tratta di un formato a componenti, e come tale slegato dalla codifica video e dalle relative limitazioni in fase di montaggio. Il formato Betacam prevede due canali audio registrati su tracce longitudinali, e come opzione il sistema di riduzione del rumore Dolby C, più una traccia per il Time Code. I videoregistratori Betacam furono concepiti soprattutto come materiale per la diffusione di servizi di tipo giornalistico. Come tali, hanno una serie di funzioni specificatamente dedicate all'editing. Due macchine possono essere collegate con un cavo seriale e utilizzate per il montaggio direttamente, senza bisogno di alcuna centralina. Ancora oggi per molti servizi sul campo si utilizza questo sistema, noto come VTR-to-VTR editing o, in italiano, montaggio macchina-macchina, per la sua semplicità e velocità di utilizzo.

.: Introduzione di Sasuke Kid - 20 Settembre 2007
.: Storia e dati tecnici tratti da Wikipedia.