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z-animeconan1.JPG (75993 byte)Genere Fantascienza.
Note di produzione "Mirai no Shonen Conan" di Hayao Miyazaki (1978); 26 episodi della durata di 20 minuti circa cadauno. Regia: Hayao Mikazaki, Isao Takahata, Keiji Hayakawa. Character design: Hayao Miyazaki, Yasuo Otsuka. Mecha design: Hayao Miyazaki, Yasuo Otsuka. Musiche: Shin'ichiro Ikebe. Tratto dal romanzo : "The Incredible Tide" di Alexander Kay. Casa di produzione: Nippon Animation - NHK. Qui in Italia, la serie è stata raccolta in vhs (edizione televisiva) e dvd (edizione integrale) da Yamato Video.
Doppiaggio Marco Guadagno (Conan); Massimo Corizza (Leska, Jimsy, Uro, Terith e personaggi minori); Monica Cadueri (Lana); Enzo Consoli (Capitano Dice); Delia Valle (Monsky, Tera e personaggi minori); Gino Pagnani (Nonno e personaggi minori).

Introduzione ::

Le grandi città dell'uomo giacciono in fondo al mare. Solo i grattacieli più alti si ergono come scogli tra le onde e sulle loro cime fanno il nido gli uccelli marini.
Ma il cielo è di un azzurro limpido e una vela, accesa dal sole, scivola sugli oceani ormai placati di questo nuovo diluvio...

Pochissimi fotogrammi - una manciata di secondi - aprono quello che è forse uno dei più affascinanti cartoni animati mai realizzati, e lo fanno con assoluta semplicità, capovolgendo in una sola inquadratura il mondo che conosciamo.
Nei profili di quei palazzi sommersi è implicita la fine della nostra civiltà, eppure nessun senso di tragedia traspare dalla scena: sulla barca un ragazzo voga con energia, sorridendo tra gli spruzzi, e dietro di lui una ragazzina dalle grosse trecce è seduta di traverso sulla sponda, mentre un uccello marino si libra proprio accanto a lei.
I due giovani non avvertono il peso della storia. È evidente che le cose del mondo hanno assunto un nuovo significato. Non saprei descrivere l'impatto che questa scena ebbe su di me, quando la vidi per la prima volta, quasi per caso, su uno di quei canaletti privati in seguito soffocati dai grandi network.

Erano gli anni '80, le TV private importavano qualunque cosa rassomigliasse lontanamente a un cartone animato, senza preoccuparsi molto della qualità di ciò che mandavano in onda, ed a volte raschiavano il proverbiale fondo del barile. Eppure fu subito evidente, chiaro come il sole (o almeno lo fu a noi ragazzini, che campavamo a pane e cartoni animati), che "Conan, il ragazzo del futuro" era un prodotto diverso, di qualità superiore. Era un cartone che aveva qualcosa da dire e quel qualcosa lo diceva con intelligenza; era un cartone che non pretendeva di commuoverti scadendo nel patetico, ma suscitava autentiche emozioni.

z-animeconan2.JPG (42495 byte)La Trama ::
[Attenzione, contiene Spoiler]

Era la storia di Conan, un ragazzo cresciuto su una piccola isola insieme a un vecchio che chiamava "nonno", ultimo membro di una piccola comunità di scienziati che alcuni anni prima aveva tentato di lasciare la Terra, devastata da una guerra nucleare. Il razzo che li trasportava era ricaduto su una delle poche isole rimaste dopo lo sprofondamento dei continenti e qui era nato Conan. Non sappiamo chi fossero esattamente i suoi genitori: il bambino era un po' il figlio dell'intera comunità. Ma i membri del gruppo erano morti uno dopo l'altro e le loro tombe - mucchietti di pietre - si rizzavano ancora su un promontorio dell'isola. Conan e suo "nonno" sono perfettamente convinti di essere le ultime persone ancora in vita sulla Terra, finché un mattino Conan trova una ragazza stesa priva di conoscenza sulla riva del mare. Si chiama Lana, è in grado di comunicare con gli uccelli marini, ed è la prima persona, a parte il "nonno", di cui Conan abbia esperienza nella sua vita.

Più tardi un piccolo idrovolante scende sull'isola: degli uomini con una strana uniforme verde sono venuti a cercare la ragazza. Nello scontro che segue, il nonno di Conan perde la vita e Lana viene portata via dai nuovi arrivati. Conan, che ora è solo, decide di lasciare l'isola. Così costruisce una zattera e parte alla ricerca di Lana. Gli orizzonti di Conan si aprono così su una realtà assai più complessa e composita della piccola isola in cui aveva trascorso i suoi dodici anni di vita. Questo mondo futuro è fatto di piccole isole abitate da povera gente, in una delle quali Conan fa la conoscenza col ragazzo selvaggio Jimsy, che diviene ben presto suo amico. Imbarcatisi come mozzi sul "Barracuda", l'ultima nave che solchi ancora gli oceani, agli ordini del capitano Dice, i due ragazzi arrivano infine all'isola di Industria. Industria è l'ultimo baluardo del vecchio mondo imperialista. Le sue torri svettano nel cielo, mentre nei sotterranei folle di operai conducono una vita di stenti. In perenne deficit energetico, gli amministratori di Industria sono alla disperata ricerca del dottor Briac Rao, l'unica persona in grado di attingere all'energia solare accumulata dai satelliti artificiali che ancora orbitano intorno alla Terra.

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Lepka, il capo del consiglio di Industria, intende usare quell'energia per riportare in vita gli aerei da guerra che giacciono negli hangar dell'isola e usarli per instaurare un nuovo ordine sul mondo. Lana, che è la nipote del dottor Rao, potrebbe essere l'unica in grado di rintracciarlo, essendo in contatto telepatico con lui. Per questo Lepka l'aveva fatta rapire dall'isola di High Harbour per condurla a Industria. Ed è qui che arriva anche Conan, armato di un semplice arpione, ma ben deciso a salvare la sua amica. Il giovane si arrampica a mani nude sulle immense torri d'acciaio di Industria ed a dispetto di tutte le difficoltà riesce a liberare Lana per lanciarsi poi insieme a lei in una fuga disperata. È insieme a Lana, che, dopo molte alterne vicende, Conan giunge infine all'isola di High Harbour, i cui abitanti conducono una vita semplice e dignitosa. Ma dopo un tentativo di invasione da parte dei soldati di Industria, Conan e Jimsy debbono tornare nuovamente a Industria per salvare il dottor Rao.

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Questi ha cercato di avvertire il consiglio di Industria che l'isola sta per essere distrutta in un immane sconvolgimento della crosta terrestre, ma Lepka l'ha catturato e ha cominciato a torturarlo per indurlo a rivelare il modo per attingere all'energia solare. Conan e Jimsy arrivano a Industria ed a questo la situazione precipita. La popolazione di Industria insorge e assume il controllo dell'isola, salvando il dottor Rao. Ma Lepka riesce a sfuggire ed amettere in funzione il "Gigante" - una delle fortezze volanti - e parte per distruggere High Harbour. Grazie a un coraggioso attacco aereo, guidato dal capitano Dice, il "Gigante" viene abbattuto. Gli abitanti di Industria lasciano l'isola poco prima che sprofondi, ma nel corso della navigazione per High Harbour il dottor Rao muore. In epilogo, assistiamo al matrimonio del capitano Dice con Monsley - l'ex capo della squadra di Lepka - e al varo di un nuovo "Barracuda". Conan e Lana ritornano all'isola perduta e li vediamo, nell'ultima scena, ritti sui pennoni della nave, guardare da lontano la sagoma del razzo conficcata sulla cima del'isola. La serie si chiude dove era iniziata - dallo sguardo degli uomini in fuga sul razzo, al un nuovo mondo che inizia proprio là dove il razzo era caduto -, chiudendo la vicenda in un grande cerchio.

Ricordi ::

A causa delle programmazioni balorde delle varie reti e degli impegni del sottoscritto, seguii la serie in maniera molto disordinata e potei colmare i buchi solo durante le visioni successive. Misi insieme la trama come fosse un puzzle, carpendone lo spirito, se non proprio la precisa successione degli eventi, e quando finalmente ebbi i mezzi per registrarmi tutta la serie, questa era ormai passata su TMC e le bellissime immagini della sigla di testa, che poi erano parte integrante della vicenda in quanto fungevano da prologo alla serie e in qualche modo ne anticipavano il finale, erano state sostituite - orrore! - da un ignobile montaggio di scene tratte dai vari episodi. Era sparita anche la bellissima sigla cantata da Giorgia Lepore. Ma seppur seguìto a sprazzi e bocconi, "Conan, ragazzo del futuro" mi regalò alcune ore di felicità assoluta. Inutile ricordare qui le scene magistrali e i momenti indimenticabili - sono troppi!

L'Autore ::

Avrei scoperto solo in seguito che l'autore di questo piccolo capolavoro dell'animazione si chiamava Hayao Miyazaki. All'epoca in cui Conan fece capolino nelle televisioni nostrane (siamo nella prima metà degli anni '80) i cartoni animati giapponesi erano un prodotto a basso costo con cui le tv private riempivano i loro palinsesti pomeridiani. Nessuno si preoccupava di distinguere i vari autori, che spesso, anzi, non erano nemmeno accreditati nei titoli (a meno di non saper leggere il giapponese). Così, come molti altri ragazzi della mia età, divenni fan di Miyazaki prima ancora di conoscere il suo nome. Ma avevo imparato a riconoscere il suo tratto morbido, i suoi elaboratissimi fondali e quell'animazione fluida e naturale che era il suo marchio di fabbrica. Avevo capito che c'era una stessa mano dietro "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro" e il "Castello di Cagliostro", la stessa mano che avrei in seguito riconosciuto in
"Nausicaä" e nella versione canina di "Sherlock Holmes". Oggi, dopo il successo planetario raggiunto con film del calibro di "Princess Mononoke" e "La città incantata", Miyazaki è osannato dalla critica, apprezzato dal pubblico, corteggiato dalla Disney. Ma ricordo un tempo in cui il suo nome era gelosamente coccolato da pochi appassionati: cioè da noi, suoi fan della prima ora, gli unici a renderci conto di quanto lui fosse grande e certi che il mondo non era ancora pronto a riconoscerne il genio!

Analisi ::
[Attenzione, contiene Spoiler]


In "Conan" vi è un autentico spirito utopistico. Miyazaki non ha mai fatto mistero di ispirarsi alla letteratura occidentale. Nel braccio di ferro tra Industria ed High Harbour si riconosce lo scontro tra Stahlstadt e Franceville, di cui narra Jules Verne ne "I cinquecento milioni della Begum"; in High Harbour ci sono reminescenze delle nostalgie campagnole di Tolkien (la Contea degli Hobbit), mentre Industria ricorda da vicino la "Metropolis" di Lang e non è esente da suggestioni orwelliane. Ma tutti questi autori - ed altri - sono stati reinterpretati da Miyazaki in chiave personalissima, giustamente piegati dall'autore alle proprie idee e concezioni. Gli scorci di Industria, quelle superfici incolori, disegnate senza dettagli, quella gente ingrigita che siede alle mense comuni per consumare cibo di plastica, fa contrasto con la cura amorevole profusa invece al paesino di High Harbour, con i suoi tetti a punta, le tovaglie colorate e i pani croccanti, i mulini a vento e le distese di grano. Questo contrasto, forse un tantino esasperato, come sono tutte le allegorie, è un preciso messaggio ideologico. Propone una scelta tra una società basata sullo sfruttamento e la massificazione e un'altra che privilegia invece i rapporti umani e le cose semplici e autentiche della vita. Non è un esattamente un conflitto tra cultura e natura, come quello che in seguito avremmo visto in "Mononoke", ma piuttosto tra due modi di gestire il nostro rapporto col mondo che ci ospita: un imperialismo che vive consumando e bruciando le risorse della Terra, o un'esistenza che si perpetua in armonia con l'ambiente e con sé stessa. È un messaggio politico che dei ragazzi possono facilmente capire - e ovviamente condividere.

Ma "Conan" non offre morali così semplici e scontate. L'idilliaca società di High Harbour non è l'idealizzazione di un passato preindustriale, ma la proposta concreta di un mondo reale e possibile, di una società che si regga grazie al buon senso, alla volontà e al lavoro quotidiano dei suoi abitanti. In una vicenda tratta da fonti occidentali e dall'impianto profondamente occidentale, affiora la concezione tutta orientale di un modo di vita basato sulla spontaneità e l'armonia. Le straordinarie prestazioni fisiche di Conan - lo vediamo arrampicarsi a mani e piedi nudi su pareti di metallo, compiere balzi prodigiosi, rimanere in apnea per lunghi minuti - derivano dal fatto che Conan è un figlio del mare e del sole. Analogamente, il suo rigore morale non è il risultato di una disciplina etica, ma il frutto spontaneo di un animo puro. Conan è un "ragazzo del futuro" non in quanto risultato di un'evoluzione, ma, al contrario, di un ritorno allo stato di natura. Quasi la stessa cosa si può dire di Lana, i cui poteri psichici s'incentrano sulla capacità di entrare in empatia con l'ambiente e i suoi abitanti. Le scene in cui la vediamo innalzarsi sulle ali dei suoi gabbiani per fondersi col cielo e con le nuvole, sono indicative della ricerca - tema caro a Miyazaki - di un'armonia tra l'uomo e il mondo che lo ospita. Il nostro autore ha spesso usato il motivo del volo per rendere l'apertura e la dilatazione della coscienza; l'abbiamo visto in "Laputa", dove la parte di Lana è affidata alla sua sorella spirituale Leeta, ma lo stesso leit-motiv ritorna in molte altre opere, dove Miyazaki finisce per sublimare il suo afflato cosmico nella passione per i vecchi aerei.

Mentre Conan appartiene al futuro, tutti gli altri personaggi della serie fungono, su diversi livelli, da cerniera tra il vecchio mondo ormai scomparso e il nuovo mondo che sta ora nascendo... e che le varie fazioni si stanno già disputando. Nella serie, buoni e cattivi non sono mai nettamente distinti, in quanto tutti i personaggi sono innazitutto esseri umani: mai interamente coraggiosi, spesso diffidenti, più spesso
opportunisti, schierati talora dalla parte sbagliata, ma capaci - a volte - di riconoscere i propri errori e superarli. E questo vale tanto per gli operosi abitanti di High Harbour, tra cui c'è anche una parte di furbastri e scansafatiche (Orlo e la sua banda), quanto per gli scienziati e i politici di Industria, alcuni dei quali sono delle persone decenti. Ma a tutti quanti Miyazaki offre una possibilità di redenzione. Monsley, ad esempio, fa la sua apparizione nella sua uniforme verde. Spietata e decisa all'apparenza, dà la caccia a Lana per conto di Industria, ma è evidente che la vita non le ha mai offerto una diversa possibilità. A un certo punto la vediamo sedere pensierosa in un giardino di High Harbour. Si rivede bambina, è seduta sotto un albero insieme al suo cagnolino, con un vestitino da collegiale e un cappellino in testa, quando una flotta di aerei - i "Giganti" - allargano le loro immense ali su di lei; e poi eccola, lacera e contusa, in piedi dinanzi a quello che era stato il suo mondo, ora trasformato in un inferno di fiamme. Affiorano in Monsley i sentimenti di un'infanzia negata, l'odio verso quel mondo di adulti che le aveva strappato insieme i sogni e il futuro. Ma d'altronde eravamo già stati messi sull'avviso fin dal primissimo episodio, in cui Monsley accusa il "nonno" di Conan di appartenere alla generazione che ha distrutto il mondo. Non ci si stupisce, a questo punto, vedere Monsley lasciare la sua divisa per schierarsi dalla parte di High Harbour - e di vederla alla fine, vestita da sposa, al fianco del capitano Dice.

Per quanto riguarda il capitano del "Barracuda", il suo opportunismo un po' ribaldo, la rapidità che lo porta a schierarsi dall'una o dall'altra parte, a seconda delle convenienze, non va visto come mancanza di senso etico, ma come un idealismo un po' traviato. Il capitano Dice cerca di conservare la propria libertà e autonomia in un mondo che non gli offre altre scelte. Ma quando il "Barracuda", la sua nave, la sua certezza, naufraga sulle coste di High Harbour, Dice si trova a dover prendere una decisione riguardo al suo futuro, come un adolescente messo di colpo di fronte alle prime responsabilità. I suoi marinai - Goro, Pasco e Gutch - sono i primi a considerare la possibilità di crearsi un'esistenza stabile in High Harbour. E alla fine, dopo avere un po' trangiversato, anche Dice finisce per schierarsi contro Industria e sarà proprio lui a guidare l'attacco contro Lepka e il suo "Gigante". E in quanto a Lepka, l'odioso capo del consiglio di Industria, Miyazaki lo disegna senza enfasi, dandogli l'aspetto di un burocrate di aspetto ordinario, con giacca e calzoni beige, i capelli pettinati da una parte. La sua sete di potere non ha mai il titanismo degli autentici cattivi dei cartoni animati, ma appartiene realisticamente alla sfera umana. Lepka assomiglia molto ai dittatori storici, piccoli ometti con disastrose ambizioni. E anche lui, alla fine, strappa un attimo di compassione: la sua mano protesa verso l'alto, mentre, nel silenzio assoluto, egli precipita col "Gigante" in fiamme, è una scena che non si dimentica facilmente.

z-animeconan3.JPG (46813 byte)Conclusione ::
[Attenzione, contiene Spoiler]

Sono passati vent'anni dalla sua prima messa in onda televisiva, ma la serie di "Conan" non è invecchiata di un giorno. Anzi, a dirla tutta, mi piace di più ogni volta che torno a guardarla. Forse perché oggi conosco meglio Miyazaki, condivido le sue fonti, mi riconosco nel suo spirito utopistico, avendolo seguito per tutti questi anni dalla Valle del Vento all'isola volante di Laputa, nei boschi fatati di Totoro e sulle ali di Porco Rosso, nelle foreste di Mononoke e sul treno per Fondo di Palude. Nel frattempo sono anche riuscito a leggermi "The incredibile Tide", il romanzo di Alexander Key da cui Miyazaki ha tratto ispirazione per "Conan", che i Kappa Boys hanno avuto il grandissimo merito di pubblicare... e non perché il libro sia bellissimo - non lo è - ma perché è venuto a colmare una decennale lacuna, come ben ricordano tutti coloro che corsero a cercarlo nelle librerie, me compreso. Ma se nel libro di Key il cielo è scuro per le polveri rimaste sospese nell'atmosfera dopo la guerra nucleare, il cielo di Miyazaki sfolgora limpido e azzurro. Non è una differenza da poco. È forse, anzi, la chiave di volta di tutta l'interpretazione miyazakiana. "Conan" non si svolge nel crepuscolo di un mondo ma all'alba del mondo successivo. L'età del ferro si è chiusa, si apre una nuova età dell'oro. Siamo oltre le utopie letterarie, qui siamo nel territorio del Mito. La figura di Conan è un archetipo, geniale nella sua semplicità. Se una buona parte dell'animazione giapponese, da "Devilman" ad "Evangelion", sembra affascinata dal tema della disumanizzazione, Miyazaki tenta il processo inverso, il recupero di un'autentica dimensione umana. Altri autori ci raccontavano dei vari Capitan Futuro proiettati in mondi super-tecnologici, ma per Miyazaki l'uomo del domani era un ragazzo con un arpione. Col "nonno" di Conan, col dottor Rao e con i vecchi scienziati che scelgono di sprofondare insieme a Industria, svanisce un mondo che ha scontato il peccato di orgoglio e la brama di potere con la distruzione finale. Ma il nuovo mondo che sorge dalle ceneri del vecchio non ha più memoria, in quanto tutta la storia è stata ingoiata dal mare; è un mondo giovane, nuovo di zecca, che inizia proprio adesso ad esistere. E se questa nuova umanità, che rinasce in Conan e Lana, non ripeterà gli errori del passato, non sarà per una superiore saggezza o per l'esperienza del tempo, ma - ed è questo il messaggio di Miyazaki - per una ritrovata innocenza.


Tomoyo-chanBonkey Bau

Recensione di Tomoyo-chan (grafica) & Bonkey Bau (testi)
Prima versione - 1 Maggio 2004
Ultima correzione - 5 Maggio 2004